Pescaia della "Nave" - Biciclettaio

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Pescaia della "Nave"

Si rinvengono notizie del mulino di Sant'Andrea a Rovezzano già dagli inizi del XV secolo presso le proprietà fondiarie degli Alessandri. Il complesso di mulini subì danni nelle due disastrose alluvioni dell'Arno, nel 1547 e nel 1557. Quest'ultima, che distrusse gran parte del complesso abitativo di Sant'Andrea, lasciò inoperante la struttura fino al 1559. La struttura ripristinata non scampò alla piena successiva del 1589 ed a quelle rilevanti degli anni a seguire.
Con i lavori di sistemazione della pescaia agli inizi del XVIII secolo, il mulino degli Alessandri fu messo più in sicurezza per la migliore canalizzazione delle acque del fiume. Nella rispettiva relazione del 1708 degli architetti preposti (Ferri, Foggini, Franchi) si intravede la conformazione dei vari corpi di fabbrica con l'antica torre merlata. La superficie coperta era di circa 2.400 metri quadrati, così composta:
  1. il mulino del grano, a sud, adiacente alla pescaia con relativa terrazza di essiccazione
  2. il mulino per la concia dei panni ( “da gallonea” = ghianda di quercia da cui si ricavava il colore), nel centro della gora, inglobante l'antica torre
  3. la dimora padronale collegata ai mulini con un ponticello
La confluenza è interessata da lavori di sistemazione che, tra l'altro, eliminano la piccola pescaia che assicurava l'altezza dell'acqua in tutte le stagioni per il pescaggio della Nave, il traghetto che permetteva di attraversare il fiume fino all'entrata in funzione del ponte di Varlungo.
Proseguendo ci dirigiamo verso il complesso del mulino di san Michele a Rovezzano dove la strada ripale si interrompe all'altezza della "porta foderaia" della pescaia, che serviva a permettere il passaggio dei "foderi", gli zatteroni di tronchi, spediti lungo fiume dal Casentino e il Pratomagno fino a Firenze e a Livorno. A Firenze i tronchi venivano recuperati all'altezza di piazza della trave, in seguito denominata piazza Mentana. Aggiriamo il mulino percorrendo un tratto di via della Nave a Rovezzano e ritornando sulla pista che si chiama ora via delle mulina di sant'Andrea e che conduce, dopo aver superato la caserma Predieri della Divisione Friuli, a questo secondo mulino, anch'esso dotato di pescaia, dove si macinava il grano e conciavano i panni. Nel primo dopoguerra il mulino divenne una centrale idroelettrica che rimase in funzione fino agli anni 50.
Dopo aver osservato l'orologio solare sulla facciata dell'edificio del mulino, risaliamo la pescaia e continuiamo lungo la riva arrivando al ponte della ferrovia, attraverso il quale la moderna direttissima proveniente da Roma si reimmette nel vecchio tracciato Firenze
A Girone, sorgeva fin dall'antichità, il famoso Ponte dei Fiesolani. Ponte romano costruito probabilmente in età imperiale, probabilmente verso il 123 dopo Cristo. Era situato dopo il "curvone " che l'Arno disegna al Girone proprio al confine fra i comuni di Fiesole e Firenze. Collegava il diverticolo della Cassia Vetus, oggi chiamata Via Aretina, con la deviazione della Cassia cosiddetta Adrianea, al di là dell'Arno, unendo così il "popolo" di Girone con quello di Candeli. Era già in rovina quando il cronachista Giovanni Villani agli inizi del sec. XIV ne trasmette la memoria nel suo manoscritto Cronica.
Il resto di una pila del Ponte dei Fiesolani la si vede ancor oggi, circondata dalle acque, con la testa di fuori che fa capolino come per chiamare aiuto. "Dov'esso si trovava lo può vedere ognun da sé", e se ciò non bastasse, sulla stessa linea del pilastr
o, vicino alla riva destra, si può vedere l'attacco del ponte, crollato piuttosto che alluvionato, che si sdraia in Arno, inabissandosi e perdendosi alla vista pochi metri dopo.
 
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